Halloween! uno diverso


Category: Blog
31 october 2014
Written by - leonardo damiani
Halloween3462

 Halloween, uno diverso...

 

E’ Arrivato di nuovo. Il giorno dei Morti, halloween è di nuovo qui.

ed è proprio la commemorazione del Trapasso, del passaggio dalla Vita alla Morte, che ho cercato di tradurre con questo mio servizio fotografico realizzato nello stato di Oaxaca, in Messico.

E’ una strana ed antica tradizione… la voglio riassumere in poche linee di testo ed una serie di fotografie:

Il Giorno dei Morti, in spagnolo Día de los Muertos, è una forma particolare di festa dei defunti tipica della cultura messicana.

Spesso confusa con All Hallow’s Eve (halloween) la si trova anche in alcune parti del sud-ovest degli Stati Uniti.

 

 Una festività molto simile viene festeggiata anche in Brasile come “Giorno delle Anime”, ma questa festività non sembra avere radici precolombiane come invece accade per il “Dia de Muertos”.

Le celebrazioni hanno luogo dal 1 al 2 novembre, nello stesso momento in cui vengono celebrate le feste cristiane dell’Ognissanti e della Commemorazione dei defunti,  i festeggiamenti possono durare molti giorni, riprendendo le tradizioni precolombiane che ne sono all’origine, prima che la festa venisse recuperata e adattata dalla Chiesa cattolica.

La festa viene celebrata con musica, bevande e cibi tradizionali dai colori vivi, combinati a numerose rappresentazioni caricaturali della morte.

Per gli antichi mesoamericani la morte non aveva le connotazioni morali della religione cattolica, nella quale le idee di inferno e paradiso servono per punire o premiare. Al contrario, essi credevano che le rotte destinate alle anime dei morti fossero determinate dal tipo di trapasso che avevano avuto e non causate dal loro comportamento in vita.

Le direzioni che potrebbero prendere i morti sono:

  • Il Tlalocan o paradiso di Tláloc, dio della pioggia.  In questo luogo si dirigevano quelli che morivano in circostanze relazionate all’acqua: per annegamento, coloro che morivano per malattie come l’edema, la scabbia o le pustole, così come i bambini sacrificati al dio.  Il Tlalocan era un posto di riposo e di abbondanza. Benché i morti fossero generalmente cremati, i predestinati a Tláloc erano sepolti, come i semi, per germinare.  

  • L’Omeyocan, paradiso del sole, presieduto da Huitzilopochtli, il dio della guerra. In questo posto arrivavano solo i morti in combattimento, i prigionieri sacrificati e le donne che morivano durante il parto.  Queste donne erano comparate ai guerrieri, poiché avevano simbolicamente compiuto una battaglia, e venivano seppellite nel patio del palazzo, affinché accompagnassero il sole dallo zenit al tramonto. Queste donne diventavano idealmente le compagne del sole.  L’Omeyocan era un posto di godimento permanente, nel quale si festeggiava il sole accompagnati con musica, canti e balli.  I morti che andavano all’Omeyocan, dopo quattro anni tornavano al mondo, convertiti in uccelli di piume multicolori.

  • Il Mictlán, era destinato alle morti naturali. Questo posto era abitato da Mictlantecuhtli e Mictacacíhuatl, signore e signora della morte. Era un posto cupo, senza finestre, dal quale era impossibile uscire.  La strada per arrivare al Mictlán era tortuosa e difficile, poiché per arrivare a lui, le anime dovevano transitare in posti differenti per quattro anni.  Dopo questo periodo di transizione, le anime arrivavano al Chicunamictlán, luogo dove riposavano.  Un aiuto al superamento del percorso veniva offerto da un cane sepolto con il defunto, che avrebbe aiutato l’uomo ad attraversare un fiume fino ad arrivare davanti a Mictlantecuhtli.  Il defunto portava in offerta al dio fagotti di fiaccole e canne di profumo, cotone, fili colorati e coperte.   Chi arrivava al Mictlán riceveva in dono quattro frecce e quattro fiaccole legate con filo di cotone.

  • I bambini morti arrivavano in un luogo speciale, chiamato Chichihuacuauhco, dove si trovava un albero dai cui rami gocciolava latte.  I bambini sarebbero rimasti in questo luogo fino alla fine della razza umana, e successivamente rimandati sulla terra per ripopolarla.

I funerali precolombiani erano accompagnati da offerte che contenevano due tipi di oggetti: quelli che, in vita, erano stati utilizzati dal defunto e quelli che avrebbero potuto servirgli nel suo transito all’altro mondo. Per questo l’oggettistica funeraria era molto variegata: strumenti musicali di fango, ocarine, flauti e sonagli a forma di teschi, sculture che rappresentavano gli dei della morte, crani di diversi materiali (pietra) giada, vetro, bracieri, incensieri ed urne.

Le date in onore dei morti sono ed erano molto importanti, tanto che venivano dedicati loro due mesi. Durante il mese chiamato Tlaxochimaco, si portava a termine la celebrazione denominata Miccailhuitontli o Festa dei morti, attorno al 16 di Luglio. Questa festa iniziava quando si tagliava l’albero chiamato xócotl, gli veniva tolta la corteccia e adornato con fiori ed offerte.

Nel decimo mese del calendario azteco, si celebrava l’Ueymicailhuitl, o festa dei morti grandi. Questa celebrazione si portava a termine attorno al 5 di agosto, alla caduta dello xócotl. In questa festa si svolgevano processioni che si concludevano con ronde intorno all’albero. Al termine della festa si abbatteva il xócotl per concludere le celebrazione. Durante tutto l’evento venivano collocati altari per ricordare i morti, usanza tuttora in uso.

Quando gli spagnoli arrivarono in america nel XVI secolo fusero i propri riti a quelli degli indigeni locali, dando luogo ad un sincretismo che mescolò tradizioni europee e precolombiane.

Facendo coincidere il Giorno di tutti i Santi alla festa mesoamericana si creò il Giorno dei Morti.

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